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Per me l'AVO è...

  • “Torni presto a parlare con me, io di questi ricordi non ne ho mai parlato con nessuno, questo per me è stato il dono più grande che potessi ricevere”.
    Ho molti ricordi e volti scolpiti nella mia mente e nel mio cuore, un’esperienza bellissima che mi ha aiutato a fermarmi in silenzio di fronte alla sofferenza fisica e morale, ad osservare per capire le necessità dell’altro e ad ascoltare. L’AVO per me è una grande famiglia di volontari che hanno scelto di dedicare un po’ del loro tempo per offrire quei sentimenti umani che vanno sempre abbinati alle cure. Noi non diamo medicine, ma siamo medicine per gli altri, ma anche per noi.

    Giuseppe Bertone - Presidente AVO Mondovì


  • Esserci per trasformare un semplice gesto, un’occasione ordinaria in straordinaria.

    Carla Allemandi - Vicepresidente AVO Mondovì


D.E.A.

  • Portare un sorriso, un po’ di allegria, un stretta di mano che mi regala tanta gioia.

    Elda


  • Da 14 anni sono volontaria AVO e continuo tuttora con grande entusiasmo.
    Nel DEA ci sono sempre persone che hanno bisogno di scambiare due parole o più semplicemente della nostra presenza, fonte di sicurezza e serenità. Un’esperienza molto toccante è stata quando in DEA era ricoverata una paziente molto giovane di origini africane con il suo piccolo di appena 26 giorni. La mamma era in attesa di visita a causa di complicazioni dopo il parto quando quest’ultimo si è messo a piangere ininterrottamente, allora l’ho preso in braccio e l’ho cullato finché non si è addormentato.
    La settimana dopo l’ho rivista e mi ha ringraziato per quel gesto tanto spontaneo quanto carico di significato.

    Liliana


R.S.A.

  • Esserci per giocare a carte, cantare, consolare ed ascoltare.

    Anonimo - RSA Mondovì


  • Un aiuto, uno scambio di esperienze con persone in condizioni di disagio e anziani che bramano ascolto e attenzione, per sentirsi ancora utili e importanti.
    Molte volte il loro ringraziare non è esplicito, quando si sta per andare via domandano “Quando torni?” oppure un sorriso che rispecchia un modo di comunicare diverso, ma che esprime tanto.
    Per me il volontariato è un dovere morale e civico, un mondo che ognuno interiorizza diversamente, un mondo al quale anche i giovani dovrebbero avvicinarsi per essere riconosciuti da coloro che ricevono il servizio come un punto di riferimento.

    Franca


  • “Non possiamo sempre fare grandi cose nella vita, ma possiamo fare piccole cose con grande amore.” (cit. Madre Teresa di Calcutta)
  • Stare insieme agli anziani, ascoltare le loro storie, giocare, raccontare cosa succede nel mondo. Quando vedo i loro occhi sorridere, le mani accarezzarti, ti rendi conto del bene che hai fatto.

    Bruna - RSA San Michele Mondovì


  • Viviamo questa esperienza in RSA come legame tra famiglie. I nostri incontri si differenziano per contenuti al fine di generare contatti e interessi diversi come il gioco della tombola, quello delle carte, il dialogo, cercando di coinvolgere gli ospiti più solitari, l’animazione della Santa Messa, le feste di compleanno rallegrate con la musica.
    Cerchiamo di vivere una normalità di rapporti anche con ospiti che non sempre ci riconoscono, ma comunque sentono il nostro esserci quando si uniscono a noi, canticchiando i versi di una canzone o di una poesia della loro infanzia. Momenti che ci donano amicizia, come quando i loro occhi cercano i nostri o le loro mani stringono le nostre, contatti meravigliosi; l’esserci vicendevole questo è per noi l’AVO.

    I volontari della RSA di Vicoforte


  • Quando arrivo tutti mi accolgono calorosamente con un sorriso e un “Ti stavo aspettando”, poi giochiamo a tombola, cantiamo oppure parliamo perché hanno tanto bisogno di esternare il loro passato fatto di gioia ma soprattutto di guerra, della campagna. Questo diventa anche un modo di imparare, di rivivere momenti di un’epoca passata.
    Quando le mie due ore si concludono tutti mi abbracciano e ringraziano per essere stata con loro e non sanno che sono io che ringrazio loro per la serenità che mi infondono, per l’amore che mi donano.
    Il volontariato è un grande onore.

    Anonimo - RSA Garessio


Perchè diventare volontario/a AVO?

  • Volontaria dal dicembre 1989.
    La malattia di mia mamma continuava ad aggravarsi e, ritrovandosi costretta alla vita in ospedale, mi fece notare come un gruppo di volontari dipingesse le sue giornate con un colore diverso, rispetto a quello delle pareti e del soffitto che pian piano la stavano opprimendo.
    L’AVO, allora da poco costituita a Mondovì, mi ha permesso di restituire ad altre persone il servizio che quei volontari avevano fatto per la mia mamma.

    Marita


  • Quanto comprendo le parole di mia mamma quando mi esprimeva la tristezza e la solitudine che provava nel momento in cui per motivi di lavoro nessuno dei suoi parenti riusciva ad andarla a trovare per darle un po’ di conforto.
    L’AVO mi permette di colmare quella mancanza perché in ogni paziente rivedo la mia mamma e mi sembra di vederla sorridere.

    Anonimo


  • Durante il progetto “Con te Per te” una sera telefono alla signora che seguo:
    “Domani mattina c’è il mercato, andiamo?”
    “Andreina è una vita che io non vado al mercato con un’amica!”
    Un gesto piccolo, ma per me è stato tanto tanto grande.

    Andreina


Centro Diurno di Ceva

Gli ospiti

  • Il servizio prestato dai volontari al Centro Diurno di Ceva viene svolto con tanto amore e simpatia, con l’aiuto prezioso Claudio Camilla capace di regalarci una visione diversa del mondo esterno alla struttura.

    Anonimo


  • I lavoretti di artigianato con il legno ci permettono di evadere, anche se per poco, dal turbine dei nostri pensieri.
    Un grazie speciale.

    Anonimo


Centro Diurno di Ceva

Il personale

  • Una volta conosciuto il mondo del volontariato, in particolare nel contesto del Centro Diurno di Ceva, dove opero da un paio di anni, mi sono appassionato a questo tipo di servizio. Abbiamo creato il laboratorio “Emozioni di legno”, dove con alcuni pazienti e personale, realizziamo oggetti di varie forme, coloriamo, carteggiamo, passiamo alcune ore in buona compagnia.
    La soddisfazione di cosa si è riuscito a realizzare durante l’incontro è quello che mi rende più fiero.
    Grazie!

    Claudio Camilla


  • Il gruppo “Emozioni di legno” è un’emozione di colori, forme e materiali.
    Tutto si crea nel momento in cui gli ospiti e Claudio Camilla interagiscono, dando vita a nuove creazioni. Un momento magico che permette loro di distrarsi colorando, tagliando, carteggiando; la mente viene lasciata da parte e si passa all’azione, al creare. Una magia che solo lì può avvenire.

    Anonimo


  • I pazienti che vengono coinvolti sono stimolati all’utilizzo di capacità manuali e creative, arrivando a creare oggetti personalizzati, realizzando obiettivi di un certo livello.
    Inoltre il lavorare intorno a grandi tavoli permette di tessere nuove relazioni e cancellare la dicotomia personale - paziente, creando qualcosa insieme in un clima giocoso e sereno.

    Educatrice e OSS del gruppo "Emozioni di legno"